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Fase di debolezza per il dollaro americano
In Ottobre, il dollar index (che misura le fluttuazioni del dollaro americano contro le valute dei suoi principali partner commerciali) è sceso del 4%, la sua maggiore caduta mensile dall’inizio dell’anno. Per il dollaro è una buona notizia: infatti un dollaro forte è generalmente sinonimo di crescita economica stagnante e difficoltà nei paesi emergenti. Ma il ciclo rialzista del dollaro americano probabilmente non è terminato. In termini annualizzati, il dollar index si è apprezzato del 16,8%. Questo dimostra che non c’è alternativa al dollaro americano in un mondo economico che sta gradualmente affondando nella recessione.
EUR/USD
Massimo: 1.0089 Minimo: 0.9734 Variazione: +2.52 %
Secondo il report COT (Commitments of Traders) pubblicato dal CFTC (Commodity Futures Trading Commission), gli speculatori sono perlopiù ottimisti sull’euro – la prima volta dall’inizio di giugno 2020 - ma dubitiamo che questo cambiamento di pensiero duri. Troppi rischi macroeconomici stanno pesando sull’eurozona nel breve periodo. Questi includono la recessione in Germania, che potrebbe essere grave, il rischio di tagli all’elettricità in molti paesi, inflazione in aumento che si sta diffondendo in tutte le aree dell’economia e, qua e là, lo scoppio di bolle del mercato immobiliare. In questo contest, la Banca Centrale Europea non può che essere in modalità pilota automatico e continuare a stringere la sua politica monetaria (rialzo dei tassi di 75 punti base a ottobre e un rialzo dei tassi atteso di 50 punti base a dicembre).
EUR/GBP
Massimo: 0.9070 Minimo: 0.8608 Variazione: -3.51%
Sarebbe sbagliato vedere nella caduta pronunciata della coppia EUR/GBP in ottobre il segno di un ritorno di fiducia nell’economia britannica. Il report COT di CFTC mostra che gli speculatori restano perlopiù ribassisti sulla sterlina, invariato da marzo 2022. L’economia britannica ha tutte le caratteristiche di un’economia emergente: la caduta della sua valuta contro il dollaro, instabilità politica, una bolla del mercato immobiliare, bollette dell’energia senza precedenti, un crescente deficit di conto corrente (che misura la dipendenza dagli investitori esteri), etc. Continuiamo a stare alla larga da asset UK per cautela e raccomandiamo di implementare una strategia di copertura solida se siete esposti alla valuta britannica. Un giorno importante per la sterlina sarà il 17 novembre quando il nuovo governo dovrà presentare il budget del 2023 (il mini-budget dell’effimero Primo Ministro Liz Truss ha causato panico nei mercati alla fine di settembre).
EUR/JPY
Massimo: 148.4 Minimo: 143.67 Variazione: +4.16 %
In settimane recenti, la Banca del Giappone ha perseguito una strategia di intervento diretto nel mercato dei cambi per sostenere lo yen giapponese. L’obiettivo è di rafforzare la valuta del paese contro il dollaro americano (ma questo ha anche ripercussioni sull’EUR/JPY). Questa strategia è stata un triste fallimento, per dirla in modo moderato. Nel Corso della scorsa settimana, la banca centrale ha immesso 30 miliardi di dollari (vendendo dollari e comprando yen) senza riuscire a rallentare la discesa della valuta locale. Come abbiamo visto, nel lungo periodo gli interventi della banca centrale non coordinati non hanno mai successo. Ci aspettiamo pertanto che lo yen continui a deprezzarsi nel breve e medio periodo.
EUR/CHF
Massimo: 0,9973 Minimo: 0,9430 Variazione: +3,95%
Dopo un prolungato calo della coppia, non sorprende vedere una ripresa tecnica. È quanto accaduto ad ottobre (+3,95%). Ma gli investitori mancavano di convinzione. Il rally ha perso slancio quando la coppia si è avvicinata alla parità. Rimaniamo ribassisti sull’EUR/CHF. Il franco svizzero sarà probabilmente un rifugio sicuro perfetto nei prossimi mesi, quando i rischi economici di cui tutti siamo consapevoli si concretizzeranno nell’euro. Inoltre, la Confederazione Svizzera, pur non essendo al riparo dai problemi economici mondiali, ha una scorecard abbastanza positiva, con l’inflazione che resta in particolare contenuta. L’obiettivo di fine anno per il cambio è di 0,9600.
EUR/CAD
Massimo: 1,3698 Minimo: 1,3124 Variazione: +2,03%
È stata la volta della Bank of Canada (BoC) di modificare la propria politica monetaria in ottobre. Contrariamente alle aspettative, ha alzato il tasso di riferimento di soli 50 punti base, mentre il consenso prevedeva un aumento di 75 punti base (cosa sensata alla luce degli ultimi dati sull’inflazione). Ma questo non ha tenuto conto dei numerosi rischi macroeconomici che cominciano a preoccupare la banca centrale (con un rischio concreto di scoppio della bolla del mercato immobiliare). Sulla scia della BoC, questa settimana anche la banca centrale messicana ha deciso di modificare la propria politica monetaria. Questo è un segnale abbastanza positivo dal punto di vista dell’EUR/CAD e potrebbe continuare ad apprezzarsi nel breve termine.
EUR/AUD
Massimo: 1,5695 Minimo: 1,4838 Variazione: +3,30%
La Reserve Bank of Australia (RBA) si è riunita il 1° novembre per adeguare i suoi tassi ufficiali, aumentando i tassi di soli 25 punti base (come il mese scorso) al 2,85%. Nel breve periodo, è probabile che la RBA continui questa strategia di piccoli passi per garantire che condizioni finanziarie più restrittive non facciano deragliare il settore immobiliare, che si trova in una situazione di bolla. La RBA è stata la prima banca centrale a fare perno (concentrandosi più sui rischi che gravano sulla crescita che sull'inflazione). Da allora altre due banche centrali hanno intrapreso questa strada: la Bank of Canada e la banca centrale messicana.
EUR/CNH
Massimo: 7,2953 Minimo: 6,9167 Variazione: +4,52%.
Il 20° Congresso del Partito Comunista Cinese non ha riservato grandi sorprese. Come previsto, nel breve termine non ci sarà alcuna uscita dalla strategia zero-Covid. Le autorità cinesi ora sono favorevoli a un lento deprezzamento del CNH per contribuire a stimolare le esportazioni. Ma conterranno immediatamente la volatilità che ritengono eccessiva. Sulla base dei dati di mercato disponibili, sembra che le banche commerciali cinesi (su richiesta del governo) siano intervenute questa settimana per aumentare il tasso di cambio della valuta locale per frenare le pressioni al ribasso. Questa situazione è destinata a perdurare nel breve termine.
EUR/HUF
Massimo: 432,85 Minimo: 406,69 Variazione: -1,28%
Di fronte alla continua flessione della valuta ungherese, il 14 ottobre la banca centrale ha annunciato una serie di misure volte ad allentare la pressione sul tasso di cambio, compreso l'impegno a fornire valute estere direttamente agli importatori di energia. Questi annunci hanno temporaneamente ridotto la pressione sulla valuta. Ma il loro effetto duraturo sul tasso di cambio è più che incerto dato che l'inflazione ha superato il 20% a settembre, l'efficacia della politica monetaria è limitata da un eccesso cronico di liquidità e il disavanzo delle partite correnti continua a deteriorarsi. Non escludiamo un rapido riapprezzamento della coppia EUR/HUF.
USD/HUF
Massimo: 447,70 Minimo: 404,99 Variazione: -3,42%
Nel contesto dell'indice del dollaro in ribasso, non sorprende che la coppia USD/HUF abbia perso terreno ad ottobre (-3,42%). Ciò si spiega in parte anche con le misure adottate il 14 ottobre dalla banca centrale ungherese (si veda il nostro commento sulla coppia EUR/HUF). Tuttavia, dubitiamo che il deprezzamento dell'USD/HUF durerà. Rimaniamo in un ambiente finanziario in cui il dollaro è il re. Inoltre, le difficoltà specifiche dell'Ungheria (in particolare l'eccesso di liquidità) limitano l'efficacia della politica monetaria. È probabile che la coppia torni ai massimi precedenti se si materializza una recessione globale.
Calendario economico
DATA | VALUTA | EVENTO |
03/11 | GBP | Riunione della Banca Centrale |
04/11 | USD | Rapporto sull'occupazione del Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti |
08/11 | USD | Elezioni di medio termine |
10/11 | USD | Indice dei prezzi al consumo di ottobre |
15/11 | USD | Indice dei prezzi al consumo di ottobre |
17/11 | GBP | Presentazione del bilancio del Regno Unito per il 2023 |
22/11 | HUF | Riunione della Banca Centrale |
24/11 | EUR | Nuova riunione dei ministri dell'Energia dell'UE |
24/11 | USD | Giorno del ringraziamento |
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