Qualche mese fa, gli analisti avevano previsto da sei a sette tagli dei tassi da parte della Federal Reserve (FED) americana. Ad oggi, i mercati valutari scontano solamente una manovra espansiva a novembre. Perché? L’inflazione resta ostinatamente elevata, soprattutto nel settore dei servizi. L’imminente disallineamento dei tassi di riferimento tra le due sponde dell’Atlantico potrebbe portare ad un periodo di disordine monetario. Ciò si può già osservare in Asia. Mantenendo il costo del denaro a livelli elevati, la FED sta creando le condizioni per un apprezzamento strutturale del dollaro, e quindi ad un deprezzamento delle altre valute. Alcune Banche Centrali potrebbero quindi essere costrette ad attuare dei rialzi di emergenza. Altre, come la Bank of Japan (BOJ), optano invece per interventi diretti sui mercati valutari.
Massimo: 1.0863 Minimo: 1.0601 Variazione: -0.38%
Ad oggi, non ci sono più molti dubbi sul fatto che la Banca Centrale Europea (BCE) avvierà il ciclo di allentamento monetario prima delle altre grandi economie sviluppate, probabilmente già dal prossimo mese. Ci sono una serie di argomentazioni che spingono a favore di un taglio dei tassi di riferimento. L’inflazione è in calo, la spirale salari-prezzi si sta sgonfiando rapidamente e la crescita mostra segnali di ripresa (e quindi necessita di ulteriori stimoli!). Alla luce delle tendenze macroeconomiche dell’UE, non escludiamo che la BCE possa ridurre il costo del denario sia a giugno che a luglio (-25 punti base per ciascuna manovra). Naturalmente questo potrebbe alimentare un ulteriore deprezzamento dell’euro.
Massimo: 0.8647 Minimo: 0.8528 Variazione: +0.01%
Ancora troppa poca volatilità su questa coppia. È probabile che la Bank of England (BOE) possa mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento durante la riunione di giovedì, ma sarà sicuramente interessante vedere come si divideranno i voti del Comitato Esecutivo, poiché il mercato sembrerebbe essere ancora incerto sulle tempistiche del primo allentamento monetario. Ciò potrebbe accadere in qualsiasi momento tra giugno e agosto. Una prima manovra a giugno potrebbe consentire un discreto coordinamento con la BCE e la Bank of England. Dei nove membri del Comitato di Politica Monetaria della BOE, crediamo che sette potrebbero votare per lasciare invariati i tassi di riferimento, mentre gli ultimi due voteranno per un allentamento di 25 punti base (Dhringa e il vice governatore Ramsden).
Massimo: 1.2710 Minimo: 1.2299 Variazione: +0.34%
Negli ultimi mesi, abbiamo osservato una stretta correlazione tra la coppia GBP/USD e il differenziale Swap GPB/USD ad un anno. Se, ad esempio, questo differenziale dovesse ampliarsi di circa 50 punti base a favore del dollaro, non escludiamo che il tasso di cambio possa tornare rapidamente in zona 1.2100.
Massimo: 7.8720 Minimo: 7.7039 Variazione: -0.85%
Molti operatori di mercato continuano a prevedere un aggressivo deprezzamento dello yuan. Ciò non ci sembra credibile, soprattutto alla luce della variazione delle riserve valutarie della Banca Centrale cinese. Al contrario, sembrerebbe che Pechino sia propensa a frenare il deprezzamento della divisa nazionale acquistando yuan sul mercato, con l’obiettivo di rafforzare la stabilità monetaria ed evitare di alimentare la fuga di capitali.
Massimo: 0.9837 Minimo: 0.9682 Variazione: +0.46%
Poche fluttuazioni per la coppia EUR/CHF, che continua ad aggirarsi intorno a 0.9700, livello che ad oggi sembrerebbe soddisfare le autorità svizzere. Nel medio termine, riteniamo che la coppia abbia buone possibilità di ritornare alla parità, probabilmente anche prima della fine dell’anno.
Massimo: 1.4750 Minimo: 1.4546 Variazione: +0.60%
Negli ultimi tre mesi, la coppia ha continuato a muoversi all’interno dell’intervallo compreso tra 1.4600 e 1.4750. È improbabile che questa situazione possa cambiare nel breve periodo, soprattutto perché quasi sicuramente ci sarà una forma di coordinamento nella politica monetaria tra la BCE e Bank of Canada.
Massimo: 1.6682 Minimo: 1.6291 Variazione: -1.24%
Questa coppia è da tenere particolarmente d’occhio nei prossimi mesi. Contro ogni aspettativa, la Reserve Bank of Australia potrebbe alzare nuovamente i tassi di riferimento per scongiurare un’inflazione persistente. Questo scenario sembrava del tutto inverosimile poche settimane fa. Rabobank, ad esempio, prevede ad oggi altri due manovre restrittive di 25 punti base ad agosto e novembre. Questa prospettiva farebbe aumentare il tasso di riferimento al 4.85%. Se ciò accadesse, è probabile che il dollaro australiano si possa apprezzare rispetto alle principali divise.
Massimo: 171.62 Minimo: 162.27 Variazione: +1.17%
Le autorità giapponesi sono intervenute direttamente sul mercato Forex due volte la scorsa settimana, lunedì e mercoledì. In entrambe le occasioni, la Banca Centrale ha approfittato di un giorno festivo per acquistare valuta, sfruttando la scarsa liquidità del mercato. Secondo le prime stime, il Giappone avrebbe speso circa 5.500 miliardi di yen lunedì e circa 3.600 miliardi mercoledì. Questo potrebbe rappresentare un sostanziale cambiamento in quanto, qualora lo desiderasse, la Bank of Japan potrebbe continuare ad intervenire ancora a lungo. L’unico problema sarebbe la mancanza di coordinamento con la corrispettiva statunitense. In passato, negli anni Novanta, solo gli interventi coordinati tra Tokyo e Washington hanno prodotto un impatto duraturo sul tasso di cambio. Al momento, questo non sembrerebbe essere il caso e non si prospetta nessun tipo di cooperazione all’ordine del giorno. Ciò significa che sarebbe piuttosto improbabile che la tendenza ribassista sottostante dello yen possa essere invertita per un periodo prolungato.
Massimo: 396.01 Minimo: 388.45 Variazione: -1.30%
La coppia EUR/HUF potrebbe avere poche probabilità di sfondare la forte linea di resistenza in area 400. Anche qualora le condizioni della Zona Euro dovessero migliorare, ciò sarebbe sicuramente insufficiente a consentire alla moneta unica di testare con vigore questo livello di prezzo. Sotto il profilo macroeconomico, secondo i dati di febbraio, la crescita salariale in Ungheria si sarebbe riconfermata in doppia cifra. Questo rappresenta un enorme problema, che potrebbe spingere la Banca Centrale ungherese a pianificare un minor numero di tagli dei tassi.
Massimo: 373.25 Minimo: 357.45 Variazione: -1.11%
Un piccolo deprezzamento del dollaro, molto probabilmente di breve durata. Le prospettive di tassi di interesse ancora elevati negli Stati Uniti e il processo di allentamento monetario già avviato in Ungheria continuano a favorire il dollaro nel medio e lungo termine. Gli investitori istituzionali detengono ancora massicce posizioni lunghe sul biglietto verde, ed è difficile che la situazione possa cambiare da un giorno all’altro.
DATA | VALUTA | EVENTO |
03/05 | USD |
Dati su occupazione e disoccupazione di Aprile |
07/05 | AUD | Riunione della Banca Centrale |
09/05 | GBP |
Riunione della Banca Centrale |
15/05 | USD |
Prezzi al consumo di Aprile |
16/05 | JPY |
PIL Primo trimestre |
17/05 | EUR | Prezzi al consumo di Aprile |
20/05 | CNY | Entra in carica il nuovo presidente taiwanese che si oppone alla Cina. Possibile aumento delle tensioni tra i due Paesi |
31/05 | EUR |
Rating S&P sulla Francia |